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Digital Collaboration: perché scegliere Teleconsys come partner

Ricorrere a una piattaforma di digital collaboration non significa semplicemente acquistare le tecnologie necessarie al suo funzionamento e attivare i servizi di base che abilitano la condivisione dei flussi di lavoro all'interno dell'anywhere office. Gli strumenti tecnologici sono – o dovrebbero essere – in effetti risultanti di un processo preliminare di assessment e ascolto volto a identificare le reali esigenze e gli obiettivi dell'organizzazione sul piano della unified communication e dello smart working. È poi fondamentale che le soluzioni scelte e installate siano adottate dalla maggior parte della popolazione aziendale, puntando – laddove occorra – anche su iniziative di formazione ad hoc inserite in un programma strutturato di change management: in altre parole, il successo di un piano di implementazione di strumenti di digital collaboration non può prescindere da un progetto su misura, improntato a metodologie di co-design per lo sviluppo di interfacce intuitive, best practice coerenti con l'ambito operativo di ciascun utente e procedure di trouble ticketing accessibili. Tutto ciò vuol dire poter fare affidamento su un partner in grado non solo di fornire la giusta expertise rispetto alle migliori soluzioni disponibili sul mercato – con un occhio di riguardo alle possibili evoluzioni tecnologiche nel medio termine – ma anche di indirizzare il cliente lungo un percorso di maturazione che valorizzi in maniera incrementale l'usabilità delle nuove piattaforme, a tutto vantaggio dell'efficienza dei processi e, in ultima analisi, dei risultati di business. Quel partner è Teleconsys.

 

L'esperienza di Teleconsys nella digital collaboration: la use case sviluppata col Ministero del Lavoro

Teleconsys, PMI innovativa specializzata nella system integration di soluzioni ad alto valore aggiunto per il business,  ha infatti maturato esperienze nel settore privato come in quello pubblico, sviluppando progetti di digital collaboration per clienti con esigenze più che peculiari, uniche. Emblematica è la use case realizzata insieme al Ministero del Lavoro, che in linea con la direttiva in materia di smart working rivolta alle pubbliche amministrazioni ha infatti intrapreso insieme a Teleconsys un iter di digitalizzazione per migliorare la vita dei dipendenti e l'efficienza dei processi,  sia nella sede di Roma che in quella di Reggio Calabria. Un processo di trasformazione che ha permesso al Ministero di affrontare la Fase 1 dell'emergenza coronavirus garantendo la salute dei lavoratori, attivi su tutti i sistemi aziendali da remoto, senza il minimo impatto sulla produttività dell'organizzazione. Teleconsys ha infatti realizzato una piattaforma di Virtualizzazione Desktop Applicativa basata su tecnologia Citrix, integrandola in un progetto di IaaS (Infrastructure as a service) e backup/replica in Disaster Recovery, grazie all'adozione di tecnologie iperconvergenti di ultima generazione. Il Ministero del Lavoro ha così potuto offrire ai propri dipendenti una soluzione articolata che ha permesso di garantire la migliore user experience possibile in termini di fruibilità, velocità e sicurezza a oltre ottomila utenti distribuiti su tutto il territorio italiano.

 

Accedere alle competenze delle PMI innovative con il Decreto Cura Italia

Se il Ministero del Lavoro si è mosso per tempo, trovandosi preparato nel momento in cui si è scatenata la pandemia, molte altre Pa – oltre a moltissime imprese private – hanno invece dovuto letteralmente improvvisare piani di remotizzazione del lavoro, che per ovvie ragioni, dal punto di vista dell'usabilità e della sicurezza, sono risultati ben lontani dall'optimum.

Per consentire anche alle pubbliche amministrazioni di affrontare le nuove fasi dell'emergenza coronavirus sfruttando il più possibile metodi di lavoro agile, accedendo quindi alle competenze delle PMI innovative come Teleconsys, nell'articolo 75 del Decreto Legge numero 18 del 17 marzo 2020, il cosiddetto “Cura Italia”, il Governo ha previsto regole semplificate per gli acquisti di servizi informatici. Il decreto prevede che per tutto il 2020, le amministrazioni potranno acquistare beni e servizi informatici, preferibilmente basati sul modello software-as-a-service erogato via Cloud, mediante una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, purché si tratti di acquisti relativi a progetti coerenti con il Piano triennale per l’informatica nella Pa. La procedura negoziata, precisa il decreto, dovrà avvenire selezionando il partner tra almeno quattro operatori economici, di cui almeno una “start-up innovativa” o un “piccola e media impresa innovativa”. Accedere alle competenze di partner qualificati come Teleconsys è oggi davvero alla portata di tutti.

CTA_Digital Workplace_i passi per virtualizzare la postazione di lavoro

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