Considerata dal punto di vista dei CIO, l'Enterprise Mobility rappresenta un delicato punto d'equilibrio tra IT governance e user experience. Un punto d'equilibrio non solo delicato, in realtà, ma spesso anche di difficile individuazione, in quanto in costante movimento. Le dinamiche legate alla gestione delle infrastrutture informatiche, così come il concetto stesso di esperienza d'uso, specie per quanto riguarda le soluzioni dedicate all'utilizzo fuori dall'ufficio, sono infatti in continua evoluzione. I temi della cybersecurity, dell'efficienza operativa, dell'intuitività degli applicativi per la produttività impongono trasformazioni quasi all'ordine del giorno. E questo costituisce una sfida di non poco conto per chi ha il compito di garantire affidabilità ed ergonomia degli strumenti digitali in qualsiasi condizione d'uso.
Enterprise Mobility o Digital workplace?
Senza contare che il concetto di Digital workplace ha per certi versi reso obsoleta l'espressione “Enterprise Mobility”: se fino a poco tempo fa la possibilità per i collaboratori di accedere ai tool e alle reti aziendali da remoto era infatti considerata un plus, quasi un portfolio di funzionalità aggiuntive da agganciare a quelle disponibili sul desktop, oggi – almeno nelle organizzazioni più evolute – si tende a dare per scontato che collegandosi dallo smartphone o da qualsiasi altro device portatile si possa continuare in modo quasi seamless l'attività cominciata in ufficio. Tutto ciò senza rinunciare a usabilità delle applicazioni, ampiezza della gamma degli strumenti e sicurezza delle informazioni condivise. Il Digital workplace rende uniformi queste prerogative consentendo agli utenti di sviluppare una visione unificata della propria postazione di lavoro nonostante la frammentazione dei punti e delle modalità di accesso.
User experience e security, un binomio indissolubile
Bisogna precisare che si tratta di una strada che una volta imboccata non consente più di tornare indietro. Ma non permette nemmeno di arrestarsi. Come accennato, user experience e security sono due concetti in costante, rapida evoluzione, e l'IT deve necessariamente tenere conto delle dinamiche che contraddistinguono i due versanti.
Da una parte il modo di approcciarsi ai device e ai software risente dei processi di sovrapposizione e ibridazione delle tecnologie: oggi i telefoni dotati di touch screen, connettività Internet e assistenti vocali sono considerati la quintessenza della normalità, ma non va dimenticato che il primo vero smartphone, l'iPhone, risale al 2008. In poco più di un decennio l'introduzione del device e la sua capacità di integrare soluzioni tecnologiche ha letteralmente stravolto il modo di confrontarsi con la dimensione digitale dentro e – soprattutto – fuori l'azienda. Questo processo non rallenterà. Anzi, è vero semmai il contrario.
Dall'altra parte, il tema della sicurezza non ammette alcuna indecisione quando lo si affronta, in quanto le minacce si accrescono sia sotto il profilo quantitativo sia sotto quello qualitativo. Portare il business fuori dai perimetri aziendali significa esporlo agli attacchi – opportunistici e mirati – di una schiera di cybercriminali sempre più numerosa e preparata. Offrire servizi informatici per la produttività da remoto non supportati da piattaforme di cybersecurity e data protection capaci di evolversi al ritmo con cui si trasformano le strategie degli attaccanti è semplicemente impensabile.
Il dietro le quinte dell'Enterprise Mobility: l'importanza di una nuova IT governance
Sono queste le ragioni per cui un'impresa non può prendere alla leggera le implicazioni dell'Enterprise Mobility. Quando si tratta di mettere a disposizione della popolazione aziendale dispositivi e applicativi che amplificano il raggio d'azione dei lavoratori fuori dall'ufficio, non è lecito improvvisare. Il punto di partenza dovrebbe essere la predisposizione di una serie di attività di ascolto per comprendere esigenze, obiettivi e aspettative degli utenti, accompagnata dalla revisione (o creazione ex novo) delle policy relative alla mobilità e – ultimo ma non per importanza – supportata da un'attenta riprogettazione dell'IT governance. Allineare i processi informatici alle nuove necessità dell'organizzazione, però, non è sufficiente: occorre dotarsi di una piattaforma che semplifichi la gestione dei task e che oltre a dare l'opportunità ai CIO di allocare le risorse dove e quando servono effettivamente, risulti sufficientemente flessibile da essere modulata e aggiornata in funzione degli obiettivi che il management si pone sul piano della produttività e della cyber-sicurezza.